giovedì 30 ottobre 2008

Autumn leaves

Questa è per chi non si accontenta dell’azione, ma vive di intensi momenti solipsistici, epifanie improvvise che gli rivelano una parte di realtà fino ad allora ignota, chi è in grado di capire e filtrare tutto attraverso l’anima. La strada, l’asfalto, la sottile bruma che evapora dai bordi selvatici della via, il sole che rifrange la nebbiolina azzurra al mattino, l’arancione del pallido sole d’inverno che albeggia. Questa è per i descrittivi, gli amanti dell’estetica e del bello, per l’artista che rincorre un’armonia, per l’artista che si nutre di folgorazioni improvvise che non torneranno mai più, per chi cerca, ricerca, viviseziona l’armatura più profonda della metafisica, ciò che mai potremo conoscere col cervello, o i sensi, ciò che aneliamo che ci venga svelato. Questa è per la mattina, quando guido in macchina e quel sole arancione, mi ferisce gli occhi, "mi fere ’l sol di tra’ lontani monti", e quel bozzolo della mia auto diventa tutta la mia vita, tutto il mio momento, prima di cominciare la giornata, e ascolto John Coltrane e il suo sax è carezzevole, morbido, come una colata d’olio caldo sulla schiena, come brividi e massaggi sul mio corpo, e l’istante è perfetto, da incorniciare, le note, le onde sonore, perfettamente in sincrono con le mie onde alfa o quel che sia, e l’anima si gode una perfezione musicale, visiva, auditiva, percettiva, cinestesica, spirituale che non vorrei abbandonare mai. E questa è per John Coltrane che mi ha dipinto quelle note, per Jacques Prevert che mi ha scritto quelle parole mute, per Miles Davis che spezza con la potenza acida della sua tromba, ma calda, ma stridente, incandescente, quel connubio di note spinte all’ennesima perfezione, all’ennesima magia. Questa è per me quando guido la macchina al mattino, sulla tangenziale, guardo il sole, osservo le brume, scorgo una magia che aleggia su tutto, anche se il paesaggio è ostile, e mi dico: che bello, dopotutto, vivere.

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